20 febbraio 2011

RIFLESSIONI STATISTICHE (Parte III)

Le variabili potrebbero essere ancora numerose, ma scendere troppo nei particolari non avrebbe grande significato.
Fare lo sforzo di inquadrare sé stessi zoomando all’indietro, può rendere visibili dati e fatti impercettibili a distanza ravvicinata. A volte, per comprendere la realtà in cui siamo immersi, dobbiamo astrarcene, assumendo il punto di vista dell’aquila. Non esci da un labirinto correndo a destra e a manca. Hai bisogno di una mappa, di una foto scattata dall’alto.

La cosa che più mi ha impressionato di questa giocosa zoomata, non è tanto la penuria di Tempo Personale, quanto piuttosto la sua volatilità rapportata alla rigida immobilità da monolita del Tempo Occupato. E’ ovvio che si tratta di un’analisi profondamente personale.
Non ho infatti nessuna difficoltà a credere che ci siano individui capaci di raddoppiare il proprio Tempo Personale dormendo 2 o 3 ore a notte o rinunciando ad un pasto o sacrificando una parte del Tempo Familiare. Conosco persone capaci di mantenere concentrazione, lucidità e attenzione sui propri obiettivi in forti condizioni di stress, riuscendo abilmente a rendere produttivi anche ritagli di tempo personale da 15/20 minuti dispersi nell’arco della giornata.
Tanto di cappello. Purché si ammetta che non è ...gratis.
Tutto ha un prezzo. “Volere è Potere” è una frase bellissima ma anche uno strumento poco affilato, di sicuro impatto emotivo, ma non pratico.
Per poter interpretare e gestire la realtà che ci circonda dobbiamo fare lo sforzo di comprenderla, poi dare alle parole ed ai concetti il loro giusto peso, liberandoli da retorica, sacralità e superomismo e infine definire strumenti interpretativi adeguati.
Ognuno di noi ha la possibilità di mettere in campo le proprie risorse, comprese quelle di Tempo, quelle di Spazio, quelle Energetiche ed Emotive, per raggiungere un obiettivo, purchè sia disposto a pagarne (e/o a farne pagare) il prezzo.
E’ inevitabile, a meno di credere alle favole.

19 febbraio 2011

RIFLESSIONI STATISTICHE (Parte II)

E’ scontato che quanto detto fa riferimento alla “Settimana Standard”, cioè quella rappresentativa della maggior parte delle settimane del mio anno. L’andamento osservato potrebbe essere "affinato" integrandolo con ulteriori elementi quantitativi che qualitativi.
Per esempio all’interno del Tempo Occupato è possibile ritagliare “Nicchie di Qualità”. In questo senso io sfrutto il tempo trascorso nell’ autobus dal/per il posto di lavoro per leggere.
In ogni caso, il valore di tale nicchie non va sopravvalutato: sono solo parentesi utili contro la noia (per es. per una parte dell’anno la luce è insufficiente per lalettura; spesso l'autoradio ha il volume troppo alto; altre volte si finisce per chiacchierare di calcio o per fare una pennichella).
Grande peso hanno invece certe incombenze periodiche non liberamente procrastinabili: per esempio il lavoro legato alla Dichiarazione dei Redditi e alla gestione della documentazione familiare; la normale routine medico-sanitaria; un minimo di manutenzione della propria abitazione e dei locali annessi nonché dei propri mezzi di trasporto, etc.. E’ naturale che esse attingano ore dal Tempo Personale e Familiare, in misura per nulla trascurabile.
Ho volutamente lasciato da parte Imprevisti e Vacanze.
I primi per la loro imprevedibilità intrinseca; le seconde in quanto, avendo l’obiettivo sacrosanto di rompere la routine, si configurano come un “Tempo a Parte”. E’ superfluo aggiungere che a volte si attinge proprio da questo Tempo a Parte per integrare il Tempo Occupato.

16 febbraio 2011

RIFLESSIONI STATISTICHE (Parte I)

Nei giorni scorsi ho letto il libro “Getting organized in the Google era” di D.C. Merrill.
Mi ha attratto il fatto che, nonostante si tratti di un testo americano, consideri strategicamente determinante nella vita di molti individui, l’eventualità di un orario lavorativo settimanale “fisso, cioè basato su un orario giornaliero "dalle ore X alle ore Y" non modificabile.
Per puro divertimento ho deciso di fare una mini-statistica su base personale che si è rivelata illuminante. Partendo dal dato che la “Settimana Standard” analizzata si compone di 168 ore (24 ore x 7 giorni), ho osservato quanto segue:

Tempo Occupato: 131 ore (78% della settimana)
Tempo Libero:        37 ore (22% della settimana)

Il Tempo Occupato tiene conto delle ore lavorative vere e proprie, di quelle propedeutiche al lavoro (viaggio, spostamenti, preparazione), del tempo dedicato al Sonno e alle attività essenziali personali e familiari, del tempo familiare non ricreativo (per es. accompagnare i bambini a scuola o fare la spesa).
Il Tempo Occupato come sopra definito è quasi completamente “anelastico”: un “Blocco-ore immobile non riducibile”. Infatti le poche ore “disoccupabili” si trovano tutte nella fascia dedicata al Sonno, mentre quelle “spostabili”, tra le ore dedicate alle altre attività essenziali (igiene personale, nutrimento).

Il Tempo Libero (definizione di comodo), tiene conto dei vuoti tra un Tempo Occupato ed un altro, delle ore serali pre-Sonno, della mancanza di attività lavorativa nel fine settimana. Le 37 ore così osservate  non sono correttamente valutabili se accorpate perché qualitativamente eterogenee, per cui le ho divise in 2 gruppi:
Tempo Libero Familiare19 ore alla settimana (11,3%):   è il tempo libero passato in famiglia;
Tempo Libero Personale: 18 ore alla settimana (10,7%):   è il tempo libero per sé stessi.
Inoltre delle 18 ore settimanali del Tempo Libero Personale, 12 ore sono nella fascia serale pre-Sonno (per me a bassa intensità energetica), mentre le altre 6 sono sparse nel tardo pomeriggio e si configurano come vuoti rigidamente incastonati tra 2 Tempi Occupati.

Non ho deliberatamente inserito il c.d. Tempo Sociale, cioè quello dedicato agli amici, ai parenti, agli eventi di vario tipo, etc., in quanto lo considero una libera scelta assoluta e quindi non ritengo necessaria una “riserva ore” appositamente dedicata. Esso va ovviamente ad attingere ore dal Tempo Libero Familiare e da quello Personale.