20 giugno 2008

To the beach

Il sole mi abbaglia attraverso il parabrezza. L'autoradio diffonde musica Irlandese dai ritmi troppo ipnotici per le quattro del pomeriggio. Decidiamo per qualcosa di piu’..... “on the road”. Dopo oltre 20 anni capisco finalmente le parole di “The Logical Song” dei Supertramp. Soddisfatto, assumo una posizione di guida rilassata. Le 180 miglia che ci separano da Durham scorrono piacevoli tra tratti di foresta e zone rurali. Baracche fatiscenti e semidiroccate si alternano a grandi giardini ricamati intorno a ville lussuose. Mi piacerebbe averne una.

"...When I was young, it seemed that life was so wonderful, a miracle, oh it was beautiful, magical...But then they send me away to teach me how to be sensible, logical, responsible, practical... And they showed me a world where I could be so dependable, clinical, intellectual, cynical..."


Due giorni prima, la costa del North Carolina ci aveva accolto con qualche minuto di pioggia, sotto le nuvole di Morehead City. Il tempo di lasciare i bagagli e splendeva gia' il sole. Piu' tardi, avremmo girovagato in macchina nelle zone circostanti: Atlantic Beach, Indian Beach, Pine Knoll Sores e soprattutto Emerald Isle: la spiaggia grandissima e semideserta ha un accesso pubblico molto limitato. Gli edifici residenziali sono di un certo livello. “Gente che si sa godere il mare”, ho pensato, prima di scendere in cerca di luoghi da fotografare.


A dire il vero, il primo contatto con il mare lo avevamo avuto gia' a poche ore dal nostro arrivo. Seduti sul motoscafo di Captain Don per un tour naturalistico nel mare di Beafourt, 20 miglia a est di Morehead City, ci siamo imbattuti in un gruppo di delfini. Fermi in attesa che affiorassero dall'acqua, ascoltavamo rapiti gli aneddoti del Capitano. Non ho capito una sola parola. Per colpa dell'accento del sud, naturalmente.... Pare che prima fosse proprietario di un ristorante. Poi, stufo di lavorare, ha venduto la sua parte ad un socio ed ha cominciato la bella vita della guida turistica motoscafista. Aria, mare, gente. Sembra felice. Mi chiedo cosa faccia d'inverno.
La mattina dopo, stessa barca, stesso logorroico capitano, stesso dannato accento del sud. Raggiungiamo le Shackelford Banks, isole note per la presenza di cavalli allo stato selvatico. Ne abbiamo visto solo uno, da lontano, poco prima di ripartire. Io mi sono divertito a inseguire (si, a inseguire, perche'?) i Ghost Crabbs. Granchi semitrasparenti. Tu li segui e loro scappano di lato, infilandosi in tunnel dalla sezione perfettamente circolare, che scavano nel giro di pochi secondi. Prima pero' ti guardano. Intensamente. Esilaranti! Almeno quanto io per loro!



Tornati a "terra", bruciati e affamati, ci siamo fatti convincere dalla seguente scritta sulla vetrata di un locale: "Here the best hamburger in Beufort!". Fossimo andati nel piu' vicino McDonald sarebbe stato meglio. Davvero pessimo! Ne sento ancora l'aroma di ketchup alla cipolla!
Ci siamo rifatti con un caffe' scadente e la doverosa visita al museo dedicato al Pirata Barbanera, eroe locale. Gli americani hanno un museo per tutto. Gratis, per fortuna.

"At night, when all world's asleep, the questions run so deep for such a simple man...Won't you please, please tell me what we’ve learned I know it sounds absurd but please tell me who I am, who I am, who I am, who I am..."
Lo stesso cd gira ormai da ore. Abbiamo sopportato il sole negli occhi per tutto il viaggio. Ecco Durham, finalmente. Ed ecco l'uscita 270. In pochi minuti saremo a casa. Sorrido contento alla promessa di un piatto di spaghetti al pomodoro e di un bicchiere di vino rosso. Una prospettiva, tutto sommato, magnifica!

3 commenti:

Francesco De Vergori ha detto...

Ma quanto sei bello con quel cappello!!
Una curiosità: perchè DADY e non DANY (visto che immagino sia il diminutivo di Daniela)?

Roby ha detto...

Boh? Cosi'!!!
Vebbe' lo cambio, giusto per evitare confusione!!!

Roby

Francesco De Vergori ha detto...

Ora mi fai venire il rimorso.
Se avevi scelto Dady, Dady sia!
Te lo chiedevo solo per curiosità.