Salì sul primo volo disponibile, con meno dell'essenziale in un piccolo zaino, diretto verso una non-meta in cui sparire.
Smise di sentirsi osservato solo quando provò la pressione del decollo nello stomaco. Poi si addormentò. Nè fame, nè sete, nè gli assistenti di volo riuscirono a svegliarlo.
Nel sonno vide oggetti di fuoco sfrecciare in un cielo di rame e di piombo e visse una fuga senza senso tra i sentieri sconnessi di un bosco opprimente. Udiva il suo stesso affanno mentre la corsa frenetica si mutava in un passo forzato e innaturale, come se avesse muscoli di gomma.
I suoi occhi pieni di panico guardavano le gambe affondare lentamente nel terreno fattosi massa di fango densa e vorace. I tendini si tesero in uno sforzo inutile.
Suoni ovattati, più buio che luce, bagliori improvvisi ma brevi.
L'aereo atterrò con un colpo secco. Fu un risveglio violento, senza sollievo. Sentiva il sudore irritargli la fronte e gli altri passeggeri vociare eccitati e stanchi. Un dolore pungente allo stomaco, vuoto e in subbuglio.
Ancora incubi, sempre incubi.
Aprì gli occhi solo quando gli altoparlanti gracchiarono le formule di rito.
2 commenti:
in bocca al lupo per il tuo blog e complimenti per l'inizio: spero di leggere presto il capitolo 2 ;)
Mi pice caro Roby, complimenti scrivi bene.
Aspetto il seguito...
Un abbraccio a tutti.
Olga
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